Home is where heart is (Summer edition)

Isola di Bergeggi (Savona)

Oggi è ufficialmente Estate.

Londra brilla di una luce avvolgente, l’aria è fresca e rassicurante, come se bastasse attraversare la strada per raggiungere la spiaggia e fare un tuffo in mare.

Le persone che crescono e vivono tutto l’anno lungo la costa forse sanno benissimo che, come per tutte le cose più belle, quello che eccita di più dell’estate è la sua attesa, la sua promessa, i suoi primi capolini primaverili: il solstizio altro non è che il suo timbro all’ingresso.

Genova, quella che considero la mia città, anche se sono nata 50 km più in là – però home is where heart is, o no? – non mi è mai sembrata più lontana di quanto lo è oggi. Riguardo le fotografie risalenti ai tempi di quando abitavo in quel meraviglioso trambusto gozzovigliante che sono i vicoli, ed ecco ricomparire il suono di una tromba che si infiltra sornione tra le tende della cucina, facendosi largo tra la quiete della brezza mattutina e le prime voci della giornata, vicine abbastanza da tenere compagnia durante la colazione del weekend. Il mare, poco più in là, di tanto in tanto si permette di ricordare la sua presenza sfidando ingombranti caseggiati ed i profumi di quel piccolo-grande bazar che è il centro storico genovese.

L’Estate non è un vincolo temporale. E’ una presenza, una presenza quasi umana, che ti prende per mano e ti invita ad uscire, ti fa indossare i tuoi vestiti più belli, ti presenta facce e voci, odori, storie da raccontare, viaggi inaspettati. E’ presente, costante, rassicurante.

L’Estate per me è, e sempre sarà, la Liguria, con il suo mare scuro scuro e severo come un padre che ti conosce, e che tu conosci, al quale ti lega un sentimento di amore e di rispetto reciproco; un mare così diverso da quello cristallino e dai fondali bianchi e sabbiosi della Sardegna, altra regione in cui ho trascorso, anche per lunghi periodi, le mie estati; un mare che sarei in grado di riconoscere sempre, anche in mezzo ad altri mille mari, perché alla fine è vero che “ognuno ha il suo mare“, come cantava Carboni, d’inverno come d’estate, blu come un grande abisso, d’inverno quasi nero, pacifico e tempestoso quando vuole. Bello, perché uguale ma sempre diverso.

Se fossi a Genova probabilmente starei sciabattando per i vicoli con le infradito ed un paio di pantaloncini corti, o una gonna lunga, alla ricerca della frutta più buona tra le bancarelle del centro storico, frutta che scalderebbe la cucina con i suoi colori insieme ad una piantina di basilico, oppure pronta per essere tagliata a fette e trasportata in spiaggia.

Ci sarebbero concerti nelle piazzette, in quelle serate pregne di umidità e capelli appiccicati ai lati della faccia, aperitivi in costume, tavolini e sedie a centinaia lungo le strade.

Mi piace pensarle così, Genova e la Liguria, così è come le ho vissute, così è come riesco a sentirle quando chiudo agli occhi e, come per magia, mi ritrovo incastrata tra meravigliose creuze e urla di gabbiano, scalini a scendere ed un pezzo di focaccia calda in borsa.

C’è chi questa terra l’ha raccontata – e lo fa tutt’ora, egregiamente – come chi veramente la conosce come le sue tasche, se non meglio, e probabilmente non si stancherà mai di farlo, perché ha la capacità di trovare storie sempre nuove e di raccontarle, o meglio, di  condividerle. Se per quest’estate pensate di fare un salto a Genova e in Liguria, ricordatevi di dare un’approfondita lettura al blog Dear Miss Fletcher: resterete stupìti dalla quantità di informazioni, spunti e curiosità presenti, e non di meno dalle numerose e splendide fotografie.

Forse vi scioccherà sapere che a Genova non c’è solo l’Acquario e che, anzi, secondo me è l’attrazione meno interessante di tutte: meglio il Galata Museo del Mare, se volete veramente capire la città e la sua importante storia; non ci sono solo la focaccia ed il pesto, per quanto buoni, ma una miriade di specialità – economiche! – da provare; che Genova non “si vede solo dal mare”, per quanto capisca le ottime intenzioni di Ivano Fossati, ma che non è una città per le apparenze, perché è  complicata, cerebrale, sfuggente, insicura, esigente, più sanguigna di quello che vorrebbe far credere, e soprattutto mai banale.

Se non siete mai stati a Genova o in Liguria e sareste curiosi di andarci presto, scrivetemi, per qualsiasi informazione (oggi mi sento molto proloco).

Nel frattempo, io resto qua, a godermi la mite estate di Londra: camioncini dei gelati con carillon, sdraio nel parco, ponds balneabili (brr), barbecue sotto il sole e treni Londra-Brighton affollati. Cheers.

 

[Banalmente] a Londra è anche su FacebookTwitterInstagram e Pinterest!

Pubblicità

2 Comments

  1. Ti ho letta letteralmente incantata dal tuo racconto così intenso, ho riconosciuto colori, suoni e profumi dei nostri caruggi, ho riconociuto quel mare scuro, è così, diverso da ogni altro.
    E poi d’un tratto ecco il mio nome…grazie di cuore carissima!
    E sono d’accordo con te, il Galata racconta molto di Genova, è un museo che piace tanto anche a me!
    E buona estate a Londra, bella e vivace come poche altre!
    Un bacione!

  2. Figurati, e a chi altro potevo pensare se non a te? 🙂 Quest’anno sarà dura non pensare alle belle estati liguri, ma pazienza, ho tanti bei ricordi e tante belle letture a cui affidarmi per ravvivare l’idillio che ho della nostra terra. Grazie! Un bacione e buona estate!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...