Scozia e isola di Islay, tra un whisky e l’altro – Glasgow (parte 1)

Anni fa conobbi un ragazzo che diceva di detestare l’atto fisico del viaggiare, quello del tran tran fatto di valigie e di paesaggi da ammirare dal finestrino,  auspicando tra le righe un futuro all’insegna dei telestrasporti. Io, che da sempre amo ogni attimo legato ad un viaggio, anche in fase pre-partenza – dalla raccolta di informazioni alla scelta della playlist da ascoltare, fino al momento in cui la destinazione è ancora lontana ma il paesaggio scorre dal finestrino e tutto il mondo sembra in pace con se stesso, ed anche io lo sono – non l’ho mai capito, perché per me il viaggio non è solo la meta, eccetera, insomma, got it?

Tutto il romanticismo sull’emozione del viaggiare e l’ansia positiva che di solito precede l’arrivo a destinazione è andato allegramente a farsi benedire, per quanto mi riguarda, la mattina del 5 dicembre all’aeroporto di Londra Luton, quando a qualche centinaio di chilometri sopra la testa mia e del compare l’uragano Xaver scatenava la sua ira funesta mandando in tilt l’aeroporto di Glasgow e tutta la zona circostante. Ovvero, e che lo specifico a fare: la nostra meta.

Gli imprevisti, nella mia piccola carriera da viaggiatrice (solitaria e non), non sono mai stati un problema. Ma, sarà l’età che avanza, questa volta la prospettiva di un volo aereo cancellato, che si sarebbe trascinato dietro tutta una serie di prenotazioni bus-hotel-treni mica da ridere, non mi lasciava affatto indifferente. Anzi. Mentre P. constatava il continuo ritardare del volo, mostrando di tanto in tanto vaghi cenni di ottimismo, io mi disperavo dietro un caffè e lo schermo del portatile, dal quale controllavo il flusso di aerei cancellati all’aeroporto di Glasgow e maneggiavo nervosamente il telefono digitando numeri di telefono scozzesi per disdire alberghi, autobus e varie e pensando solo ad una cosa: “Addio ferie”.

Al termine di 3 ore e più, l’attesa sembrava finalmente terminata. L’aereo era pronto per inghiottirci e volare verso Nord. La nostra vacanza aveva finalmente inizio.

Giunti a Glasgow alle ore 14, l’obiettivo è stato subito quello di raggiungere l’isola di Islay (pronuncia Ailah), detta anche la “regina delle Ebridi”. Il problema è che l’ultimo autobus valido per raggiungere il terminal traghetti era già partito, in più il noleggio della macchina è costoso, l’aereo per Islay anche e quindi… decidiamo di restare a Glasgow per la notte. Seduta nella sala arrivi dell’aeroporto col laptop sulle gambe, prenoto al volo una camera d’albergo su Booking e poi via, navetta verso la città.

Glasgow è famosa per avere dato i natali ad una miriade di personaggi famosi, negli ambiti più svariati: dal cuoco irascibile Gordon Ramsay all’allenatore Sir Alex Ferguson, dagli attori Robert Carlyle, Gerard Butler e David Tennant (il mio preferito) al tennista Andy Murray. E i musicisti, vogliamo parlarne? Primal Scream, Mogwai, Mark Knopfler, Belle and Sebastien, Travis, Simple Minds, Wet wet wet, Franz Ferdinand, sono tutti originari di Glasgow. Trainspotting, l’indimenticato libro poi divenuto film di Irvine Welsh, era ambientato a Glasgow (bang, errata corrige: Trainspotting è ambientato quasi tutto ad Edimburgo). E sapete anche chi è di Glasgow? Paperon de’ Paperoni. Già, quella storia degli scozzesi tirchi… Non male, comunque, per una città da mezzo milione di abitanti.

Nel mio immaginario Glasgow ha sempre ricoperto il ruolo di città maledetta e cool, ma anche maledettamente cool, nonostante alcune statistiche la descrivano come il luogo del Regno Unito in cui si muore più giovani: colpa principalmente della scarsità di ore di luce durante l’anno e dell’abbondanza di droghe e di alcol che rimbalzano indisturbati da un club all’altro sette giorni su sette.

La presenza della quarta università più antica del Regno Unito, la University of Glasgow, e di una vita culturale effervescente grazie al carburante fornito da menti giovani e brillanti, permette a Glasgow di regalare una prima impressione davvero notevole, alla faccia di tutti quelli che “non andare a Glasgow, non ne vale la pena“. Essendo stata costruita sopra un enorme blocco di granito, la città scozzese presenta un’interessante conformazione urbanistica, con ripide strade in salita e in discesa che solcano faticosamente il centro cittadino e le sue bellezze architettoniche, poche ma imponenti.

Di Glasgow non possiedo foto perché non sono riuscita a scattarne di decenti la sera. In attesa del prossimo post, che invece sarà più fotografico (si fa per dire, ho pur sempre una macchinetta digitale e un cellulare come attrezzi…) di seguito alcune informazioni di viaggio utili su Glasgow.

Informazioni di viaggio e prezzi – Glasgow

Come andare: Glasgow è ben collegata a Londra con numerosi voli nazionali, sia con British Airways che con Easyjet e Ryanair (che opera su Glasgow Prestwick, da non confondere con lo scalo principale). Il prezzo medio a/r è si aggira intorno alle 60-70 sterline (70-80 euro). Glasgow è anche raggiungibile via treno (orari e prezzi qui) e autobus (orari e prezzi qui). Glasgow è raggiungibile via aereo dall’Italia anche con Flybe, Air Berlin e British Airways.

Quando andare: non a dicembre! Vedi uragano Xaver…

Navetta aeroporto-città: il centro città di Glasgow è collegato con la navetta First 500, che parte ogni 10 minuti dal parcheggio del terminal dell’aeroporto. Appena usciti dall’area Arrivi, trovate la fermate proprio davanti al vostro naso. Tariffe: solo andata adulto 6 sterline (sic), bambino 4; andata e ritorno adulto 8.50 sterline (ragionevole) e bambino 5.50.

Dove dormire: se volete spendere poco ma al tempo stesso non avete alcuna intenzione di rinunciare ad un po’ di sano comfort, puntate al Victorian House. Più B&B che albergo, si tratta di un posto molto semplice e alla buona che però presenta il grande vantaggio di trovarsi a due passi dal centro città, dieci minuti a piedi dalla stazione degli autobus Buchanan Station) e di avere delle camere spaziose, confortevoli e pulite. Colazione molto abbondante con possibilità di scofanarsi una bella Full Scottish Breakfast e ridere in faccia al gelo invernale. Prenotato last-minute su Booking: prezzo totale 38 sterline (19 a testa) per una stanza doppia con colazione. Non male.

 

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8 Comments

  1. Buondì! Con calma leggeró il tuo blog con attenzione, mi piace. Mi piace come scrivi e su cosa scrivi – voglio trasferirmi
    in uk! Ti auguro una buona giornata.

      1. Ho intenzione. A gennaio, non appena il mio fidanzato (lui è inglese) ha qualche giorno di ferie, vado a trovarlo (son tornata a casa per Natale) e la prima cosa che farò è chiamare per il NIN. Leggero volentieri il tuo blog.
        Un bacio!

  2. Scusa sembra quasi che ti voglia prender di mira ma sono “malato” di Scozia e di whisky…
    Trainspotting è ambientato a Edimburgo, anche se mi pare sia stato girato in larga parte a Glasgow. Film recente ambientato in buona parte a Glasga è “La parte degli angeli” di Ken Loach. Slainthe.

    1. La parte degli angeli volevo vederlo prima di partire ma non ho avuto tempo per farlo! Sì è vero, ho fatto confusione perché sapevo che Trainspotting in parte era stato girato a Glasgow (e Irvine Welsh è di Leith, Edimburgo, quindi non c’entra nulla) però avendolo letto tanto tempo fa non so come mai mi sia rimasto in testa che fosse ambientato a Glasgow!

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